Google compie 20 anni. Ecco chi prova a resistere al suo predominio

Fonte: ilSole24ore

Come ogni storia proveniente dalla Silicon Valley che si rispetti, anche quella di Google è cominciata in un garage. Era quello di Susan Wojcicki, oggi Ceo di YouTube e ieri semplicemente cognata di Sergey Brin. Fu lì, di fianco a una villetta di Menlo Park, nel cuore della Silicon Valley, che nacque Google. Era il 4 settembre del 1998. Vent’anni fa. Vent’anni che nel metabolismo del mondo digitale sembrano venti secoli.

Brin e Larry Page fondarono una startup di belle speranze, ma senza grosse pretese. I due, studenti a Stanford, sognavano la classica “exit” che potesse portargli qualche soldo. Avevano in tasca un brevetto sui motori di ricerca che lasciava ben sperare. E non è un caso che i due furono vicini a cedere tutto a Yahoo! per un milione di dollari.

Oggi, vent’anni dopo, su quel brevetto è nato un impero da 110 miliardi di fatturato e 60mila dipendenti. Un colosso quotato in borsa con una capitalizzazione di mercato di 850miliardi di dollari. Un drago a sette teste che

ha monopolizzato il settore delle ricerche online e detiene circa l’80% del mercato dei sistemi operativi mobile con Android. In una sola parola: Google.
Col tempo, «cerca su Google» è diventata locuzione del linguaggio comune. E se le parole sono importanti, «cerca su Google» e non «cerca su Internet» ha un significato assai evidente: oggi Google è Internet. O comunque una grossa fetta di Internet: motore di ricerca, client di posta elettronica, browser, calendario, mappe, documenti, sistema operativo e anche device.

I motori di ricerca che resistono
A vent’anni dalla fondazione di Google, la storia dei motori di ricerca riconosce quello ideato da Brin e Page come padrone assoluto. Una grandezza che ha portato l’azienda sotto i riflettori della Commissione Europea con l’accusa di posizione dominante. Circa il 90% degli occidentali che navigano online, utilizza Google per le sue ricerche. Il resto è storia di servizi che provano a resistere. A partire da Bing, il motore di ricerca di casa Microsoft, che contende a Yahoo! la seconda posizione per flusso di utenti, ma il distacco da Big G è abissale. Bing è impostato come motore di default sui browser di casa Microsoft, e gli consente di raggiungere una percentuale di utenti che oscilla fra il 2 e il 3%. Yahoo!, dal canto suo, gode della scelta di Apple di renderlo motore di ricerca di default per il suo browser Safari (su Mac, iPad e iPhone). In entrambi i casi, l’utente spesso reimposta la home del browser su Google quasi subito.

Altro motore con un discreto successo è Ask.com, fondato nel 1995 da Garrett Gruener e David Warthen, a Berkeley, in California. Si tratta di un servizio incentrato prevalentemente sul segmento domande e risposte on-line. Se ci si sposta da Stati Uniti ed Europa, la sostanza cambia visibilmente. Google rimane un baluardo un po’ ovunque (non in Cina, dove il servizio è inaccessibile se non attraverso l’installazione di una Vpn), ma le percentuali sono ben diverse. Molto performante è il motore di ricerca russo Yandex, che – come Google – offre diversi servizi online. Mentre in Cina, il più utilizzato è Baidu, di proprietà dell’omonima società che – nel 2007 – è stata la prima compagnia cinese ad essere inclusa nell’indice Nasdaq.

Le speranze dei motori verticali e app
Il discorso cambia, e parecchio, quando entrano in campo i motori verticali e le rispettive app. E in questo sensono sono di notevole interesse le parole di uno dei boss di Google, Eric Schmidt, che ha individuato in Amazon il competitor numero uno di Big G in fatto di ricerca. Le preoccupazioni di Schmidt sono fondate. Molte ricerche, oramai, bypassano i motori tradizionali e si fanno direttamente sui siti specializzati. Un hotel lo cerchi su Booking, un rasoio su Amazon, un ristorante su Tripadvisor. Nuovi colossi del web che, nella maggior parte dei casi, dispongono anche di app molto scaricate, che quindi consentono di accedere ai loro servizi senza neanche passare dal browser.

I competitor di Google, insomma, non sono più soltanto i motori tradizionali. Oggi il campo delle ricerche è molto più frammentato rispetto a qualche anno fa, e va analizzato per settori. Dallo shopping online ai viaggi, dalle notizie ai social network. In Francia le ricerche relative ai prodotti da acquistare sono dominate da Amazon e eBay, mentre Google Shopping è al nono posto. In Germania, analizzando il mercato dei viaggi online, il motore di Page si colloca al sedicesimo posto, molto dietro a colossi specializzati come Booking, Trivago, Expedia e Tripadvisor. Segno evidente che negli ultimi cinque anni qualcosa è cambiata veramente.